Chi siamo

Sostienici donando il tuo 5x1000

«Amico mio, sign. Alevisos, per favore trova due buoni cavalli e fai da guida al mio amico Mr. Evans nelle sue escursioni. Egli andrà da Rethymno alla Messara e alla Siteia, e lo raccomando a te, davvero molto. Saluti, il tuo amico F. Halbherr» (Halbherr ad A. Papalexakis; trad. dall’inglese in Momigliano 2002)

 

Con queste parole Halbherr si assicurò che l’amico Sir Arthur Evans avesse una guida durante le sue esplorazioni nella “terra di Minosse”. La lettera, inviata ad Alevisos Papalexakis (primo capocantiere di Cnosso!), risale verosimilmente al 1894, anno in cui Evans raggiunse Creta per la prima volta. Due anni prima, il 3 febbraio 1892, era avvenuto il loro primo incontro, a seguito del quale i due studiosi intrecciarono una duratura amicizia (Fig. 1).

Fig. 1 – Da sinistra, in alto: L. Savignoni e L. Mariani; in basso: Sir. A. Evans, J. Chatzidakis e F. Halbherr (da Ancient Crete 1984).

 

Grazie ad alcune lettere, conservate presso diversi istituti (Ashmolean Museum, Accademia Roveretana degli Agiati e Scuola Archeologica Italiana di Atene), apprendiamo che, nonostante il particolare momento storico in cui nazionalismo e colonialismo animavano le iniziative archeologiche degli esploratori stranieri, spesso in competizione, Halbherr ed Evans mantennero sempre un ottimo rapporto, un “sodalizio” scientifico dall’inizio alla fine. I due, infatti, discutevano di archeologia e di future pubblicazioni (Fig. 2), e, al tempo stesso, si curavano della politica dell’isola e delle reciproche condizioni di salute.

«Spero che la Sua salute sia buona e Le stringo la mano di cuore, Suo aff.mo [affezionatissimo] Federico Halbherr» (Roma, 12 Nov. 1901).

 

Fig. 2 – Lettera di Evans ad Halbherr, 9 dicembre 1894 (da Momigliano 2002).

 

Non stupisce, infatti, che il quarto volume del Palace of Minos (1935) sia stato dedicato all’«italiano di ceppo alpino, austero per natura» ma dai «modi semplici e gentili», scomparso appena pochi anni prima (1930). Nella dedica (Fig. 3) e nella prefazione al libro, Evans esprime chiaramente la sua gratitudine verso un «vero amico», ricordando quanto il supporto di Halbherr fosse stato fondamentale affinché egli potesse proseguire la sua «ricerca di vestigia preelleniche» in un territorio politicamente in fermento (occupazione ottomana, rivolte antiturche, protettorati europei dell’isola). La profonda conoscenza dei problemi dell’isola e i suoi buoni rapporti con i locali, infatti, si rivelarono determinanti fintantoché, in seguito all’insurrezione cretese e alla nomina del Principe Giorgio di Grecia, ebbero inizio anche gli scavi del palazzo di Cnosso (1900).

 

Fig. 3 – Dedica del IV volume del Palace of Minos (1935) all’amico F. Halbherr (da Evans 1935).

 

Così, il «Patriarca dell’archeologia cretese» (come definito da Evans) da un lato, e il “padre della civiltà minoica” dall’altro, sono diventati due indiscussi protagonisti dell’archeologia egea dell’epoca. Sorprendentemente amici, in un’isola che poteva apparire fin troppo piccola per entrambi, seppero tracciare una strada comune, all’insegna del rispetto e della condivisione scientifica.

 

Claudia Palmieri

 

Per approfondimenti:

AA.VV., Ancient Crete. A Hundred Years of Italian Archaeology (1884-1984), Roma 1984.

Evans A. 1935, The Palace of Minos at Knossos, vol. 4, London.

La Rosa V. 2000, «Ti abbraccio fraternamente. Lettere di J. Chatzidakis a F. Halbherr», Atti Acc. Rov. Agiati 250, ser. VII, vol. X A, pp. 7-112.

La Rosa V. 2009, «La Creta di Federico Halbherr», Atti Acc. Rov. Agiati 259, ser. VIII, vol. IX, fasc. I, pp. 111-135.

Momigliano N. 2002, «Federico Halbherr and Arthur Evans: an Archaeological Correspondence (1894-1917)», SMEA 44/2, pp. 263-318.

Sorge E. 2010, «Gnorìzete ton kyrion Friderikon?», Atti Acc. Rov. Agiati 260, ser. VIII, vol. X A, fasc. I, pp. 279-309.

Condividi su:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *