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La Lineare A è un sistema scrittorio strutturato in modo molto simile al Geroglifico cretese e alla successiva Lineare B (l’unica scrittura egea che, al momento, sia stata decifrata). È, infatti, di tipo logosillabico, ovvero si basa su due principali tipi di segni: i sillabogrammi (97), impiegati per notare le sillabe costituenti le parole, e i logogrammi (circa 70), volti invece a descrivere oggetti, animati e non. Comprende, poi, anche sigle stenografiche, note come legature (circa 150), che uniscono logogrammi e sillabogrammi. Vi sono, infine, aritmogrammi, frazioni e unità di misura.

La Lineare A fu inventata a Creta, dove è attestata per larga parte dell’Età del Bronzo Medio fino ad arrivare al Bronzo Tardo (1850-1350 a.C.). Compare sicuramente nel periodo Protopalaziale (o “dei Primi Palazzi”: il periodo Medio Minoico II-III, 1850-1700 a.C.), attestandosi in particolare nella sua fase più matura (1750-1700 a.C.) perché la successione di grandi terremoti e dei conseguenti incendi che portarono alla distruzione dei primi palazzi ne ha permesso la conservazione: le tavolette attestano, infatti, esclusivamente procedure amministrative e, per tale ragione, non nascevano per essere conservate a lungo. La maggior parte della documentazione era redatta in argilla che non veniva cotta e, dunque, era molto deperibile. Inoltre, tali documenti erano spesso pertinenti alla registrazione di eventi ciclici, generalmente annuali o legati alle stagioni (produzione di vino e di olio, allevamento transumante, etc.), ed erano quindi destinati a vivere un solo anno – talvolta un solo giorno! – al termine del quale venivano sostituiti con nuovi documenti, che dei precedenti tenevano conto in termini di confronto.

Fig. 1 – La distribuzione della Lineare A a Creta tra Tardo e Medio Bronzo (da Schoep 2002).

Durante il periodo Protopalaziale la Lineare A convisse insieme al sistema Geroglifico cretese; con l’inizio dell’età Neopalaziale (o dei “Nuovi Palazzi”: il periodo Tardo Minoico I, 1600-1450 a.C.), invece, essa divenne l’unico sistema scrittorio dell’isola fino all’arrivo dei micenei, con i quali un nuovo sistema grafico soppiantò quello minoico: la Lineare B. 

In termini di diffusione, durante il periodo Protopalaziale, troviamo la Lineare A maggiormente attestata nella parte centro-occidentale di Creta, ma si tratta, purtroppo, di pochi documenti sparsi. In età Neopalaziale, al contrario, si diffonde in tutta l’isola (Fig. 1): in quest’ultima fase, ne hanno restituito testimonianza i siti palaziali (Cnosso, Festòs, Mallia, Zàkros, Chanià – l’antica Kydonìa) e non (come Archanes ed Haghia Triada).

ll corpus in nostro possesso, tuttavia, resta abbastanza esiguo: circa 1500 documenti, per un totale di, più o meno, 7500 segni attestati. Risulta ben chiaro, alla luce di ciò, il perché, attualmente, sembri non esserci speranza di decifrazione.

In questi termini, osserviamo un comportamento antipodico della Lineare A rispetto alla Lineare B: la prima è poco attestata quantitativamente, per numero di documenti, ma molto diffusa geograficamente; esattamente al contrario, ritroviamo la Lineare B in pochi centri ma in molti documenti.

Le più antiche attestazioni in Lineare A sembrerebbero essere tre tavolette rinvenute nel 1953 a Festòs: PH 11, 8 e 7 (Fig. 2), tra le quali la prima risulta la più antica in assoluto. Vi si leggono, però, solo cifre: possiamo, perciò, soltanto affermare di trovarci davanti a documenti redatti a scopo contabile.

Fig. 2 – Tavolette PH 11 e PH 8 da Festòs, ca. 1800 a.C. (non in scala) (© Pa-i-to Project).

Molti studiosi ritengono, quindi, che la Lineare A sia stata inventata a Festòs, si sia poi diffusa verso Cnosso e, in una fase più tarda, sia infine giunta a Mallia, dopo la distruzione dei primi palazzi e agli albori dei nuovi. In realtà, tale ipotesi resta incerta, poiché da una delle case ad ovest del palazzo di Cnosso è emersa nel 1992 una tavoletta in Lineare A (KN 49) potenzialmente più antica delle tre di Festòs.

Altra sostanziale differenza con la Lineare B è che questa proviene sempre da archivi palaziali, quindi se ne ipotizza un uso esclusivamente amministrativo; la Lineare A, invece, è stata rinvenuta anche in contesti non palaziali, come in alcune case private (forse proprietà di funzionari del palazzo) e, soprattutto, nei cosiddetti Santuari delle Vette: questo ne lascia supporre un impiego non relegato al solo scopo amministrativo, ma che riguardasse anche, ad esempio, l’ambito cultuale e quello delle offerte votive.

Fig. 3 – Tavoletta HT 29 da Haghia Triada, ca. 1500 a.C. (© Pa-i-to Project).

Nel periodo Neopalaziale, infine, la Lineare A è ben attestata anche fuori Creta: ciò risulta significativo al fine di comprendere la ricchezza e lo splendore che deve aver raggiunto la civiltà minoica, conosciuta in tutto il contemporaneo Vicino Oriente e in Egitto. Ritroviamo la Lineare A, infatti, nelle Cicladi, nel continente greco e in Anatolia – in particolare, a Mileto. Si tratta non solo di documenti d’archivio, ma anche di iscrizioni vascolari. Diversa, invece, è la questione delle Cicladi: a Santorini, nel sito di Akrotiri, è stata rinvenuta una decina di manufatti, tra tavolette e vasi iscritti, sicuramente in Lineare A.

 

La Formula di Archanes

La sequenza di cinque segni nota come Formula di Archanes (ad oggi la più antica attestazione di scrittura egea) ricorre sia in quattro sigilli rinvenuti nella necropoli di Archanes (Medio Minoico IA: 2000-1900 a.C.), sia su altri tre sigilli: due provenienti dalle tombe di Gouves e Moni Odigitria; il terzo, dall’area di Cnosso.

Si tratta di sillabogrammi in una forma di scrittura nota come Geroglifico di Archanes. La definizione, tuttavia, appare impropria, poiché non è chiaro se tali sillabogrammi pertengano ad una scrittura indipendente dal Geroglifico cretese e dalla Lineare A o se, al contrario, ad un’antenata di una o dell’altra (o di entrambe). Se il legame con il Geroglifico cretese appare, almeno graficamente, il più verosimile, la sua ricorrenza (con minime varianti: cfr. Fig. 4) sulle tavole da libagione in Lineare A  ha aperto un ampio dibattito fra gli studiosi. Stando a Godart, la Lineare A sarebbe l’evoluzione corsiva del Geroglifico di Archanes: tale collegamento creerebbe, così, un ponte escludente il Geroglifico cretese (quest’ultimo, infatti, condivide con la Lineare A solo il 20% dei segni). Karnava, al contrario, è propensa a collegare strettamente il Geroglifico di Archanes al Geroglifico cretese, ma non fornisce alcuna giustificazione sull’incredibile somiglianza di questa formula con quella in Lineare A.

Fig. 4 – La formula di Archanes nel cd. Geroglifico e nella Lineare A.

Quale che sia la natura del rapporto tra queste scritture, alcuni filologi hanno tentato di fornire una lettura della formula attraverso i valori fonetici dei sillabogrammi omomorfi (graficamente simili) della Lineare A, letti a loro volta grazie alla loro omomorfia con la Lineare B: risulterebbe così leggibile come “a-sa-sa-ra-me” (“a-sa-sa-ra-ne” in Geroglifico di Archanes). L’ipotesi di Ferrara, Montecchi e Valério è che si tratti dell’appellativo di una divinità minoica, Asasarame, che sembra avere una certa affinità con il termine ittita Ishasarasmis, traducibile come “Mia Signora”; Consani, invece, vi legge non un teonimo, bensì l’espressione della pertinenza dell’oggetto su cui questo termine è inciso ad un’entità per lo più divina, ma in alcuni casi anche umana.

Questo contributo è stato realizzato a cura di Noemi Federico ed edito in occasione della mostra “All’alba della scrittura: le prime forme di amministrazione contabile nel mondo egeo” (aprile-giugno 2023, Museo dell’Arte Classica, La Sapienza di Roma). Di seguito il poster così come presentato durante l’esposizione:

 

Download (PDF, 15.36MB)

 

Riferimenti bibliografici:

  • Bombardieri L. – Graziadio G. – Jasink A.M. 2015, Preistoria e protostoria egea e cipriota, Firenze.
  • Del Freo M. (risorsa online a c. di), «Lineare A».
  • Ferrara S. – Montecchi B. – Valério M. 2021, «What is the «Archanes Formula»? Deconstructing and reconstructing the earliest attestation of writing in the Aegean», ABSA 116, pp. 43-62.
  • Lopez S. (risorsa online), «La Lineare A su tavole da libagione».
  • Palmer L.R. 1965, Mycenaeans and Minoans, New York.
  • Perna M. 2016, «La scrittura Lineare A», in Del Freo M. – Perna M. (a c. di), Manuale di epigrafia micenea. Introduzione allo studio dei testi in lineare B, vol. I , Padova, pp. 87-114.
  • Schoep I. 2002, The Administration of Neopalatial Crete. A Critical Assessment of the Linear A Tablets and their Role in the Administrative Process (Minos Suppl. 17), Salamanca.
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