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Adoperata come strumento di propaganda politica, l’archeologia fu largamente strumentalizzata dal Fascismo e dal Nazismo per rivendicare l’esistenza di una “razza pura” le cui origini potevano essere rintracciate nel passato più remoto e glorioso della Nazione.

Le estreme conseguenze di un’ideologia fondata sulla superiorità della “razza” sono drammaticamente note e i suoi effetti segnarono l’inizio di un periodo complesso anche per la Scuola Archeologica Italiana di Atene, la cui direzione divenne un affare sempre più delicato e certamente politico.

È risaputo, infatti, che le leggi razziali del 1938 ebbero un impatto notevole sull’istituto, determinando l’allontanamento dell’allora Direttore, Alessandro Della Seta, le cui origini ebraiche valsero più della sua adesione al Regime (Fig. 1).

Fig. 1 – Lezione di Alessandro Della Seta sull’Acropoli di Atene, 1931 (da Fadelli 2022).

Tale avvenimento impose la rapida nomina di un successore per quella che era una delle posizioni più ambite nella carriera di un archeologo. La prima scelta del Ministro Bottai ricadde su Ranuccio Bianchi Bandinelli. Questi, dopo alcune esitazioni derivanti dal prestigio dell’incarico, decise di declinare l’offerta, annotando nel suo diario: «Ma io non voglio approfittare in nessun modo delle abbiette leggi razziali che rendono vacante il posto, né trovarmi coinvolto nei pasticci che la nostra politica sta preparando in Grecia».

Pertanto, dal 1° febbraio del 1939 divenne ufficiale la nomina di un altro accademico del tempo, già allievo della Scuola (Fig. 2): l’archeologo palermitano Guido Libertini, le cui provate competenze ne facevano un valido candidato, anche da un punto di vista diplomatico (Fig. 3). Infatti, l’alleanza italo-tedesca strideva di fronte al posizionamento filobritannico della Grecia e aveva favorito una certa avversione nei confronti degli italiani, soprattutto dopo l’occupazione della confinante Albania.

Fig. 2 – Un assistente sistema il proiettore nella sala della Scuola in cui si terrà una conferenza di Guido Libertini, 18 aprile 1915 (da Dubbini 2009).

È in questo scenario che Libertini lasciò Atene per impegni lavorativi a distanza di pochi mesi dall’avvio della campagna italiana di Grecia (ottobre 1940), facendovi ritorno solo al termine di quest’ultima. Tale atteggiamento, letto come una mancata assunzione di responsabilità verso la Scuola e, in particolare, verso gli allievi e il personale rimasto nella capitale ellenica, determinò l’allontanamento del Direttore Libertini nell’aprile del 1941.

Fig. 3 – Libertini e il Ministro Bottai in visita sull’Acropoli (da Dubbini 2009).

Così, a ricoprire l’incarico nuovamente vacante fu Luciano Laurenzi che, solo due anni prima, aveva proposto la sua candidatura a Direttore nonostante fosse stato allievo di Della Seta. Di contro, fu suo l’onere di traghettare la Scuola durante il periodo di occupazione italo-tedesca della Grecia, terminata soltanto nell’autunno del 1943. Allora, l’armistizio siglato tra Italia e Grecia, senza il coinvolgimento della Germania, decretò l’arresto di Laurenzi da parte dei tedeschi e la chiusura temporanea della Scuola.

Non stupisce, dunque, che trascorsero ben quattro anni (1947) prima che i rapporti tra lo stato italiano e quello greco, e le ovvie criticità post-belliche, consentissero la riapertura dell’istituto sotto la direzione di Doro Levi.

P.S.

In territorio italiano, la caduta del Fascismo nel ’43 diede inizio a un lungo percorso di liberazione dall’occupazione tedesca. Ciò, tuttavia, non fu garanzia di salvezza per l’epigrafista italiano, nonché allievo della Scuola, Mario Segre. Scampato alle persecuzioni fino alla primavera del ‘44, fu arrestato con la famiglia e ucciso ad Auschwitz il 24 maggio dello stesso anno. Cogliamo l’occasione di questo contributo per ricordarlo (Fig. 4).

Fig. 4 – Pietra d’inciampo (Stolperstein) dedicata a Mario Segre (da Wikipedia).

 

Per approfondimenti:

 

Barbanera M. 2013, «Archeologia e politica durante il fascismo. Alessandro Della Seta e la direzione della Scuola Archeologica Italiana di Atene (1919-1938)», in M. Barbanera (a cura di), Il Museo impossibile. Storie archeologiche: istituzioni, uomini, idee, Roma, pp. 85-118.

Capaldi C. – Dally O. – Gasparri C. (a cura di) 2017, Archeologia e politica nella prima metà del XX secolo. Incontri, protagonisti e percorsi dell’archeologia italiana e tedesca nel Mediterraneo. Atti delle giornate internazionali di studio (Napoli, 24-26 febbraio 2016), Napoli.

Dubbini R. 2009, «Guido Libertini Direttore della Scuola di Atene alla vigilia del conflitto italo-ellenico (1939-1940)», ASAtene 87, serie III, vol. 9/1, pp. 91-104.

Dubbini R. 2022, «La Scuola Archeologica Italiana di Atene nel contesto politico e culturale del conflitto italo-ellenico» ASAtene 100/1, pp. 445-461.

Fadelli G. 2022, «L’Annuario di Alessandro Della Seta», ASAtene 100/1, pp. 480-516.

Melotto F. 2022, Un’antichista di fronte alle leggi razziali. Mario Segre 1904-1944, Roma.

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