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Κρήτη τις γαῖ᾽ ἔστι μέσῳ ἐνὶ οἴνοπι πόντῳ,
καλὴ καὶ πίειρα, περίρρυτος·ἐν δ᾿ ἄνθρωποι
πολλοί, ἀπειρέσιοι, καὶ ἐννήκοντα πόληες.
ἄλλη δ᾿ ἄλλων γλῶσσα μεμιγμένη· ἐν μὲν Ἀχαιοί,
ἐν δ᾽ Ἐτεόκρητες μεγαλήτορες, ἐν δὲ Κύδωνες,
Δωριέες τε τριχάϊκες δῖοί τε Πελασγοί.

 

“C’è una terra nel mare scuro come vino, Creta,

bella e ferace, circondata dall’acqua: molti uomini

in essa vi sono, infatti, e novanta città.

Chi ha una parlata, chi un’altra, un miscuglio: Achei

ed Eteocretesi magnanimi, Cidoni

e Dori in tre tribù, e divini Pelasgi.”

 

È così che Omero parla per la prima volta nel XIX libro dell’Odissea (vv. 172-177) del popolo degli Eteocretesi. E lo fa attraverso Odisseo il quale, una volta tornato a Itaca, finge di essere cretese, prima di rivelarsi alla moglie Penelope (Fig. 1).

Fig. 1 – Johann Heinrich Wilhelm Tischbein: Odysseus und Penelope (Sucrow A. – Reindl P. (eds) 1994, Das Homer-Zimmer für den Herzog von Oldenburg. Ein klassizistisches Bildprogramm des “Goethe-Tischbein, Oldenburg, 20).

Ma chi sono gli Eteocretesi? Secondo Strabone (10.4.6-7), Creta era divisa in tre regioni: a est i Dori, i Cidoni a ovest e gli Eteocretesi (ovvero “i veri cretesi”) nell’estremità sud-orientale. Tra i principali centri della regione eteocretese sarebbe stato Praisos (Fig. 2), dove gli archeologi hanno trovato una serie di epigrafi coi segni dell’alfabeto greco, ma in una lingua non decifrata (Fig. 3). Fu Comparetti il primo ad attribuire a questa lingua a noi sconosicuta il nome omerico e straboniano di eteocretese che significa letteralmente ‘i veri Cretesi’ (gr. eteos “vero, genuino”). La “miracolosa” conservazione di questa lingua sconosciuta (forse la lingua degli antichi abitanti minoici dell’isola?) sembra connessa al fatto che questo popolo rimase a lungo isolato sui monti di Sitia, nella Creta orientale.

Fig. 2 – I siti eteocretesi di Dreros e Praisos (©ESRI)

Le iscrizioni rinvenute potrebbero costituire quanto resta dell´esistenza di questo popolo.

La più antica iscrizione è datata al VII secolo a.C. ed è stata pubblicata da Margherita Guarducci nel 1942. Fu ritrovata a Praisos ed è attualmente esposta insieme ad altre due iscrizioni di epoca ellenistica nel Museo Archeologico di Heraklion. Altre iscrizioni sono state rinvenute a Dreros, di cui due sono bilingue (Eteocretese/Greco). Queste ultime furono rinvenute in una cisterna presso il tempio di Apollo Delphinios e furono esposte al museo di Neapolis fino a quando non andarono perdute durante l’invasione tedesca dell´isola nel corso della seconda guerra mondiale.

Sappiamo solo pochissime parole di questa misteriosa lingua… tra queste “formaggio”, in greco turòn, pare si dicesse “isaluria”…

Fig. 3 – Iscrizione eteocretese da Praisos

 

Federica Iannone

 

Riferimenti bibliografici:

Cross M 2011, The Creativity of Crete, Oxford.

Del Freo M. “Eteo-Cretese”, Mnamon online (http://mnamon.sns.it/index.php?page=Lingua&id=10)

Duhoux Y 1982, L’Étéocrétois: les textes – la langue. J. C. Gieben, Amsterdam.

Guarducci M. 1942, Inscriptiones Creticae, vol. 3, Roma.

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